Covid-19 / Business / E-commerce

Covid-19 / Business / E-commerce

Piccola premessa: Non voglio parlare del decreto cura Italia, dei 600€ per le partite iva / professionisti. Non voglio toccare argomenti politici in generale. Non vorrei neanche che qualcuno pensasse: “ma come fai a parlare di business in una situazione del genere, con la gente che muore, ma un pò di rispetto”.

La vita va avanti nonostante il covid, le spese non si fermano e ai problemi che il lock down sta causando potrebbero aggiungersi situazioni peggiori della pandemia stessa. Volevo pertanto condividere il mio modo di vedere e di affrontare queste situazioni di crisi, in modo tale che possa essere per qualcuno di ispirazione e per qualche altro di confronto.

Per prima cosa bisogna dire che io ero già abituato dal 2016 a lavorare in remote working / smart working. Utilizzo entrambi i termini perché nel mio caso si tratta molto spesso di smart working, in quanto non sono un dipendente di un’azienda che deve quasi sempre dover dare disponibilità negli orari di ufficio della sua azienda. Questo mi ha agevolato notevolmente, sia dal punto di vista della presenza dei numerosi strumenti già in mio possesso per svolgere la mia attività, sia per le abitudini già consolidate per poter ottimizzare il mio tempo / lavoro al meglio.
Qui sarei curioso di sapere come se la sta cavando chi ha iniziato per necessità/obbligo in questo periodo, che problemi ha riscontrato e come si trova. Ma soprattutto se finito tutto preferirebbe continuare a lavorare con questa modalità o far tornare tutto come prima.
Purtroppo siamo un paese molto arretrato da questo punto di vista, che ha come base il controllo del datore di lavoro nei confronti dei dipendenti, della serie se stai a casa non lavori mentre se stai in ufficio davanti al pc (magari a giocare a solitario) stai producendo e ti meriti lo stipendio. C’è anche da dire che in tanti non sono pronti a lavorare da casa per le troppe distrazioni che si possono produrre in un ambiente famigliare se non si è in grado di essere diligenti.

Ora cambiamo argomento, il luogo in cui lavorare è solo una parte del problema, perché ci sono tante tipologie di lavori che per limiti fisici non permettono né lo smart working né il remote working. Come il barista, il cameriere, il commesso ecc. Invece qui sarei curioso di sapere come stanno rivedendo la loro vita le persone che normalmente ricoprono questo tipo di ruoli. Se stanno passando il loro tempo sul divano, se stanno studiando o facendo corsi riguardo qualcosa o se stanno cercando di reinventarsi. In queste situazioni un pò tragiche ovviamente le persone si dividono in due tipologie: quelli che si lamentano e quelli che si rimboccano le maniche. A me interessano la seconda categoria, quelli che trovano le soluzioni e che da queste situazioni escono più forti di prima. Questo perché credo di essere tra loro.
Io non ho subito per fortuna un calo o un cambio di modalità di lavoro, anzi, forse è addirittura aumentato. Visto appunto lo spostamento dal fisico all’online. Ma in ottica di un possibile calo di fatturato nei prossimi mesi, sto investendo i miei risparmi in diversi settori di mio interesse, per poter espandere o modificare il mio business senza problemi e cercando di essere il meno impreparato possibile. Delle volte bastano poche cose, ad esempio ho acquistato il kindle di amazon ed ho iniziato a leggere i libri gratuiti rilasciati agli utenti amazon prime che riguardano maggiormente il mio settore (faccio giusto due titoli: Il SEO è Morto: Guida al web marketing / Alibaba: La storia di Jack Ma e dell’azienda che ha cambiato l’economia globale).

Ho visto anche correre ai ripari tanti che non avevano mai creduto e investito nell’e-commerce, cercando di tirarne su uno in breve tempo (ovviamente chi è del mestiere conosce i problemi che ci sono dietro quando si fanno le cose di fretta, il rischio è sempre quello di fare peggio). Spero che questo, per tanti, possa servire da lezione in modo che tutti capiscano che bisogna sempre e costantemente investire nella propria attività per innovarsi e non farsi rubare la scena da terzi per poi piangersi addosso.
Un problema che credo sia fondamentale per i negozi online è il calo della produzione, (qui sarebbe interessante capire, quelli che riescono a tenere botta come stanno gestendo questa situazione). Quindi, per capirci, ho notato che chi aveva dei piccoli magazzini si è trovato nella situazione di dover chiudere, esponendo sul sito dei banner per avvisare che le spedizioni si erano fermate per mancanza di merce.
La mia esperienza, ad esempio, riguarda il tentativo di acquistare attrezzatura fitness da palestra per creare una mini home gym. Intanto, la difficoltà di trovare dei prezzi normali è stata alta, ma ciò che era costante era la disponibilità (esaurito o in riassortimento); è andato tutto a ruba, insomma.
Per capirci, anche un grande brand come Decathlon, leader del mercato, ha ridotto prima a 1000 ordini al giorno, poi a 2000, con il blocco acquisti che partiva quasi dalle 2 del mattino perché avevano già bruciato disponibilità o ordini giornalieri. Il che provocava, ovviamente, anche il crash del sito per sovraccarico e fortunato chi riusciva a concludere l’ordine.

E voi che strategia avete adottato? Come avete modificato o migliorato la vostra vita in questo periodo di crisi? Avete creato qualche nuovo business?
Scrivetemi pure a info@gianlucaporta.it se vi va di condividere la vostra esperienza. Potrei magari ricondividerla nel mio blog citandovi o può essere modo per fare networking tra di noi.

Sono un web developer Freelance (programmatore web) in grado di offrire servizi di consulenza su diverse tipologie di progetti.
Dopo 6 anni di lavoro come dipendente in diverse agenzie di comunicazione, dal 2016 ho deciso di investire soldi e tempo nel mio sogno di diventare libero professionista.