Differenze tra magento 1 e magento 2

Siamo ormai giunti alla versione 2.3.x di magento, questa nuova piattaforma parecchio innovativa sotto diversi aspetti si presenta con diverse differenze e migliorie.
Dopo un primo studio vi riporto quanto sono riuscito a percepire di diverso.

Dalla mia analisi viene tenuto fuori quello che riguarda lo studio specifico del codice, in quanto appunto tutta la parte strutturale, mvc, ecc è cambiato drasticamente, infatti nel caso in cui si voglia appunto passare da mangento 1 a magento 2 a parte un esportazione e un’importazione dei dati presenti sul db, messa a disposizione da magento stessa la parte di codice e totalmente da rivedere.

Magento 1

contro:

  • Adobe garantisce supporto fino a giugno 2020
  • Librerie js non aggiornate
  • UI backoffice non moderna

pro:

  • L’esperienza decennale garantisce meno problematiche
  • La versione 1.9 è una versione stabile sotto ogni punto di vista anche con php 7.2.
  • Sviluppo temi ed estensioni custom meno complesso
  • Problem solving più rapido dato dalla quantità di materiale già presente online

Magento 2

contro:

  • Elevata differenza di tempo necessario e complessità per lo sviluppo rispetto m1
  • richiesta server più performante
  • costo plugin raddoppiato
  • costi maggiori sul supporto successivo e sulle implementazioni future
  • Parti del cms da studiare prima dello sviluppo. Soprattutto sulla versione 2.3 che introduce nuovi componenti.
  • Esperienze negative diffuse nell’uso di siti sviluppati su M2
  • Sviluppo locale ostico dovuto ad una compilazione non perfettamente efficiente e al dover lavorare con le cache attive in quanto la richiesta di risorse è disumana

pro:

  • import e gestione prodotti/categrie e attributi semplificato rispetto M1
  • backoffice responsive e con ux migliore
  • Performance migliorate solo ottimizzando tutte le risorse necessarie
  • Integrazione Paypal interna senza abbandonare il sito

Sono un web developer Freelance (programmatore web) in grado di offrire servizi di consulenza su diverse tipologie di progetti.
Dopo 6 anni di lavoro come dipendente in diverse agenzie di comunicazione, dal 2016 ho deciso di investire soldi e tempo nel mio sogno di diventare libero professionista.

Dal 2024 co-fondatore di threecommerce.it

Scuola per imprenditori

In Italia nasce finalmente la prima scuola per imparare ad essere imprenditori. Si chiama SEI e la sua sede è a Torino (Inaugurata da Johnn Elkann).
Penso sia un ottimo progetto e un’ottima opportunità per incoraggiare i giovani a mettersi a lavorare in proprio.
Ogni giorno sento dipendenti di aziende che si lamentano di come il loro titolare amministra l’attività,
ma in realtà non fanno nulla per migliorare la propria condizione lavorativa.

Tante volte si da colpa alla polita di questi ultimi 20 anni, che sicuramente ha le sue colpe, ma il problema di questa nazione sono convinto
che risieda nella mentalità del popolo. Siamo bravi a lamentarci e meno bravi a trovare soluzioni, ad investire su di esse e a realizzare dei progetti.
Un popolo che non investe sulle proprie idee e sul proprio futuro è destinato a restare fermo.
Ci sono tante persone con delle ottime idee, ma poi vogliono investire 100€ di budget per realizzarle.
Il messaggio che traspare in questo caso è che se tu sei il primo che non vuole mettere budget sulla propria idea, vuol dire che non ci credi abbastanza e quindi
perché qualcuno dovrebbe crederci più di te e investirci?

L’altro giorno mi sono imbattuto sul gruppo dei programmatori di wp Italia su fb.
La richiesta del post riportava la richiesta di un cliente (luxury) che voleva un’e-commerce con un budget di 1000€ per vendere due prodotti.
Ho letto dei commenti imbarazzanti (il fatto che siano fatti da altri programmatori mi mette molto a disaggio, in quanto non sono in grado loro
stessi di valorizzare il lavoro che offrono).
In pochi si sono messi il problema di dire, ok mancano delle informazioni, fammi avere più informazioni.
Ho visto invece un sacco di commenti, lo realizzo in 2 ore con un tema custom. In un lavoro del genere con una richiesta del genere non si può
abbassare la testa e iniziare a programmare, è necessario fare un analisi. Non si è a conoscenza dei metodi di spedizione, pagamento, lingue, valute ecc.

Ecco, penso che il problema in Italia sia questo, un cliente luxury, quindi un brand che dovrebbe disporre di ampio budget che non è disposto a investire sulla sua
innovazione. Perché io programmatore lo dovrei fare per te svendendoti un mio prodotto?
Il secondo problema è il programmatore imprenditore, che non si mette li a tavolino con il cliente per ragionare su una possibile soluzione sensata, che possa
migliorare la visione del cliente sul suo prodotto.
Chi pensa solo a guadagnare e a fare i 1000€ perché riesce a farlo in 2 ore si ritroverà domani con un cliente in meno (se va bene, perché la pubblicità negativa
fa più danni che altro) perché magari il commerce non vende, accontentare il cliente non sempre è la soluzione corretta.
O magari è stato troppo veloce e non ha pensato alle migliori soluzione e quindi il commerce si scassa su alcune funzionalità o al primo aggiornamento.

Google ha iniziato a dare priorità sulla serp ai siti ottimizzati lato codice, non basta più quindi avere dei contenuti seo. Quindi anche la scelta di un tema già pronto
potrebbe non essere la soluzione migliore. Questo è un mondo dove mano mano che si va avanti le cose si complicano per chi fa il mestiere del programmatore, quindi non si
può pensare di mettere su un’e-commerce in 2 ore o di non investire un certo budget.

Chiudo l’articolo con una frase che mi è sempre piaciuta: Ognuno raccoglie ciò che semina. Se spendi 1k non puoi pretendere di fare 100k.

Sono un web developer Freelance (programmatore web) in grado di offrire servizi di consulenza su diverse tipologie di progetti.
Dopo 6 anni di lavoro come dipendente in diverse agenzie di comunicazione, dal 2016 ho deciso di investire soldi e tempo nel mio sogno di diventare libero professionista.

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Ritrovare la concentrazione dopo una distrazione

Molto spesso mi ritrovo a dover affrontare la domanda del perché non rispondi mai al telefono? o del perché ci impiego tanto per avere una risposta via mail da te?
La risposta è semplice, schedulo delle attività e le porto al termine, fino ad allora la mia concentrazione deve stare su quella attività che sto svolgendo.

Per offrire un servizio di qualità c’è bisogno di concentrazione e di dedizione in quello che si fa. Se dovessi dar retta a tutti i vari i contatti (linkedin, mail, facebook, messaggi, whatsapp, slack ecc) diventerebbe una continua distrazione che non mi permetterebbe di lavorare con tranquillità e quindi bene.

Si vuole parlare con me telefonicamente? Si prenota un appuntamento e si fa la chiamata.

Oppure per quanto riguarda le mail, una volta terminata l’attività a cui mi sto dedicando, provvederò a rispondere alle mail.

Vi riporto di seguito lo studio fatto sulla mente per quanto riguarda la perdita e ricerca della concentrazione:

Lo studio in questione è stato presentato dall’Università della California ed è stato condotto sotto la supervisione esperta di Gloria Mark, professoressa del Dipartimento di Informatica.

La ricerca è stata pensata e studiata nel dettaglio per approfondire il comportamento e l’atteggiamento dei dipendenti sul luogo di lavoro, osservandone e vagliandone la produttività. Ma per comprendere a fondo i risultati dell’esperimento della Mark, occorre modificare lievemente i nostri punti di vista. Ora, lo studio in sé ci ha fatto notare come l’82 per cento di tutto il lavoro interrotto viene poi ripreso durante l’arco della stessa giornata. Ma… è necessaria una media di 23 minuti e 15 secondi per tornare a svolgere l’attività interrotta.

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